Homepod, pregi e difetti di una “rivoluzione” in campo musicale
La vera novità del WWDC 2017 tenutosi a San Jose (05-09 Giugno 2017) è sicuramente Apple HomePod. Ma cos’è davvero il nuovo dispositivo presentato da Apple nella giornata di ieri, 5 Giugno? Semplice, uno speaker wireless con integrato Siri, l’assistente vocale di Apple. Sfida apertamente sia le linee Sonos che Amazon Echo.
Vediamo insieme le caratteristiche di Homepod per poi affrontarne pregi e difetti.
Dato il crescente numero di servizi streaming musicali, HomePod è sicuramente un’esigenza imprescindibile per gli amanti di musica “domestica” di qualità da ascoltare in pieno comfort e relax.
Esigenza che può essere di sicuro sostituita da computer o notebook con casse integrate o esterne oppure con un abbinamento specifico al proprio sistema Home Theatre (tramite Apple TV o semplicemente tramite USB) però un altoparlante wireless è un componente più comodo e adeguato alle esigenze famigliari. I puristi dell’alta fedeltà se ne terranno sempre lontani, ma le esigenze del grande pubblico sono diverse e HomePod va incontro proprio a queste!
Sotto il profilo tecnico e software Apple non ha svelato tutto. L’unica certezza per il momento è che è compatibile unicamente con Apple Music e che essendo privo di supporto Bluetooth si affida a Wi-Fi ac (con MIMO) e AirPlay 2 per il multi-room speaker. HomePod ha un aspetto cilindrico che evoca in parte i più blasonati MAC; alto 172 mm, largo 142 mm, con un peso complessivo di 2,5 kg.
Al suo interno sono presenti un woofer da 4 pollici e sette tweeter (beamforming). Apple ha sottolineato che la qualità audio è assicurata dal controllo direzionale e da “tecnologie per preservare la purezza e la varietà delle registrazioni originali”.
Solo un test sul campo potrà confermare o meno questi pregi, ma i primi ascolti in sede di presentazione ieri – effettuati in saletta dai giornalisti – sembrerebbero riconoscere il buon risultato raggiunto.
HomePod è davvero a metà strada tra Sonos e Amazon, poiché non solo punta sulla musicalità ma anche sulle funzioni smart. Il tutto si deve alla presenza del system-on-chip A8, introdotto per la prima volta nel 2014 su iPhone 6 e iPhone 6 Plus, e 6 microfoni disposti sul perimetro. La potenza a disposizione consente di gestire Siri, l’assistente vocale digitale, e anche eventuali dispostivi domotici compatibili con la piattaforma Apple HomeKit.
Insomma, si può dialogare con l’altoparlante non solo per la fruizione musicale, ma anche per fare ricerche online, chiedere informazioni e controllare le apparecchiature smart di casa. Per altro a ogni interazione si anima un LED di stato nella parte superiore.
Pregi e difetti di Homepod
Il design dell’HomePod è minimalista e ben riuscito. In un salotto – che si scelga la versione bianca o nera – potrebbe attirare lo sguardo degli ospiti ma senza clamore.
Ottima l’idea di integrare un sistema software capace di configurare la diffusione audio in relazione all’ambiente circostante. I 6 microfoni non solo servono per dialogare con Siri ma anche per il setting automatico. Sonos ha introdotto questa novità con il Play 5, ma sebbene disponga di due microfoni integrati (dormienti), si affida a un’app e una procedura da effettuare tramite smartphone muovendosi nella stanza.
HomePod consente il multi-room tramite AirPlay 2, quindi volendo si può creare una sorta di effetto hi-fi con due dispositivi nella stessa stanza oppure mettere un dispositivo in ogni stanza. Una funzione utile senza dubbio, ma comunque già vista e per di più costosetta.
La mancanza del supporto Bluetooth potrebbe essere considerato da molti un difetto. A onor del vero è una prassi sposata anche da Sonos. Non costerebbe nulla un supporto di questo tipo, eppure entrambe le aziende puntano solo su Wi-Fi. Si tratta di una scelta strategica dovuta al fatto che i dispositivi nascono per lo streaming tramite servizi cloud. Senza contare la potenziale maggiore qualità del canale Wi-Fi rispetto a quello Bluetooth.
Per altro in sede di presentazione Apple ha mostrato Sonos come un concorrente diretto, quando in verità è l’unica a vantare il supporto a Apple Music…
Bisogna anche riconoscere che con il Wi-Fi la sorgente musicale, che può essere uno smartphone, un PC, noteook o tablet, non perde in autonomia. Insomma, streaming Wi-Fi e Blueooth hanno pregi e difetti.
Siri è senza dubbio uno strumento utile, ma è più probabile che nel quotidiano ci si affidi alla app. Per quanto l’interfaccia vocale possa funzionare bene, gestire un catalogo musicale da milioni di tracce solo con Siri è impensabile.
Apple non ha mai parlato di iTunes, dando la sensazione che l’unica opzione sia Apple Music. Questo vuol dire che per usare HomePod si sarà costretti a sottoscrivere un abbonamento. La propria collezione personale sarà accessibile – Apple Music ne consente la fruizione – ma non è una limitazione un po’ forte?
Infine il capitolo domotica. Apple di fatto segue Amazon Echo e Google Home su questa strada. Bisognerà vedere se riuscirà a offrire qualcosa di più in tal senso.
Prezzo di listino: 349 dollari. HomePod si posiziona in fascia alta. Per il momento verrà commercializzato unicamente negli Stati Uniti, nel Regno Unito e in Australia.