La notizia della morte della bambina di 10 anni ha sicuramente scioccato tutti noi. Morire a quell’età, per “gioco” è un’atrocità che ha smosso le coscienze e che imporrà delle serie conseguenze per quanto riguarda l’iscrizione a TikTok.
Cos’è TikTok?
TikTok, in Cina chiamato Douyin è un social network nato in Cina e lanciato alla fine del 2016.
Attraverso l’app, gli utenti possono creare brevi clip musicali di durata variabile (fino a 15 o fino a 60 secondi) modificando la velocità di riproduzione, aggiungendo filtri ed effetti particolari “colorando” così i propri video.
Attraverso TikTok si possono “lanciare” dei challenge, delle sfide, spesso rischiose come nel caso della bambina di 10 anni che ha perso la vita in un gioco macabro e assurdo.
Come porre rimedio?
La sottosegretaria alla Salute ha proposto l’iscrizione all’App tramite SPID dichiarando che dovrebbe essere vietato per legge ai minori di 14 anni l’uso dello smartphone proprio per la pericolosità di alcune applicazioni.
L’utilizzo di SPID
Il passaggio fondamentale, sostiene la Sottosegretaria della Salute, consisterebbe nella verifica dell’età attraverso la presentazione di un documento di identità.
Nel caso specifico viene suggerito l’uso dello SPID, un’app che contiene dati sull’identità (digitale) della persona, è sicuro, veloce e semplice .
Viene utilizzato per prenotazioni sanitarie, iscrizioni scolastiche, accesso ai pubblici uffici.
Si accede velocemente puntando la fotocamera del proprio smartphone sul codice QR che l’app potrebbe creare in fase di iscrizione.
La proposta
A conforto di questa dichiarazione, verrà presentata una proposta di legge per regolamento l’accesso ai social network da parte dei minori.
La proposta prevederebbe inoltre che l’iscrizione dovrebbe essere autorizzata unicamente dai genitori, identificati tramite identità digitale.
Lo SPID dunque validerà la garanzia sulla reale identità degli utenti e per i minori, garantirà la ricezione del permesso dei genitori che dovranno comunque porre attenzione diretta sull’uso più o meno corretto dei social da parte dei propri figli.
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